P. Giovanni FERRARA, direttore dell' Oratoriana dal 1970 al 2009

 

 

 

 

P. Giovanni Ferrara d.O.

Il 4 marzo 1935, in un popoloso quartiere napoletano, nacque Giovanni Ferrara, secondogenito di una numerosa ed onesta famiglia di lavoratori. Bambino buono e vivace, frequentando la vicina Chiesa di S. Severo e di S. Vincenzo alla Sanità, ove operavano (in un contesto sociale già a quei tempi difficile) eccellenti figure di religiosi, come i Padri Langella e Sempliciano, cominciò a sentir nascere dentro di sé la vocazione sacerdotale. A soli 10 anni lasciò la casa paternaper entrare nel Seminario di Capodimonte, dove compì gli studi medi, liceali e teologici. Negli anni ’60, nella Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri di Napoli, vi erano giovani figure di sacerdoti che avevano abbracciatoin pieno lo spirito brioso del Santo Fondatore (che era soprannominato popolarmente Pippo il Buono), grande figura di educatore dei fanciulli, ai quali usava ripetere “State buoni, se potete”. Il giovane Ferrara si sentì subito attratto dallo spiritualità Filippina, per cui, già nel 1959 entrò nella Casa Oratoriana di San Filippo Neri di Napoli. Ordinato sacerdote nella Chiesa Grande dei Girolamini, il 20 maggio 1961 dal Vescovo Ausiliare Vittorio Longo, iniziò subito la Sua attività nel silenzio e nella riservatezza che lo caratterizzava, a fianco dell’anziano P. Antonio Bellucci, insigne latinista e grecista di fama europea e dei padri Mario Borrelli e Francesco Spada.
Particolarmente forte fu il legame di amicizia e di profonda sintonia spirituale con don Borrelli. C’è chi ancora ricorda la commovente predica del Borrelli, concelebrante in occasione dell’Ordinazione Sacerdotale del giovane chierico, conclusa con l’ esortazione ad essere sempre prima Uomo e poi Sacerdote, evitando che l’una o l’altra figura avesse a prevalere sull’altra.
Ognuno di essi aveva delle proprie, spiccate inclinazioni verso determinati settori della vita spirituale; per cui, mentre il P. Bellucci dedicava molto del suo tempo alle attività culturali, da grande studioso quale era universalmente riconosciuto, il P. Borrelli,soprannominato “Don Vesuvio” per la sua prorompente e vulcanica personalità, oltre a dedicarsi allo studio delle fonti Oratoriane, per individuare i grandi maestri del XVI e XVII sec., che operarono nella Mole Girolaminiana, svolse la sua attività soprattutto tra i ragazzi difficili, i cosiddetti scugnizzi di Napoli, ai quali dedicò l’intera Sua vita, lottando per essi e riuscendo a fondare con l’aiuto di numerosi Benefattori, soprattutto inglesi, la famosa “Casa dello Scugnizzo”, che ancora oggi opera nel sociale, particolarmente nel quartiere Materdei.
P. Spada svolse la Sua attività prevalentemente nella pastorale quotidiana nella Grande Chiesa dei Girolamini, per poi dedicarsi completamente ai più poveri tra i poveri, partendo per le terre di Missione. In questo ambiente, si configura la personalità molto dinamica del giovane P. Ferrara. Il Suo spirito, inizialmente, era quello di una completa dedizione e collaborazione con i vari esponenti della Casa Filippina di Napoli. Infatti, cercò di collaborare, con filiale devozione e rispetto, con l’anziano P. Bellucci nella conduzione dei Suoi ultimi studi, nonché nella difficile conduzione della Biblioteca Statale annessa al prestigioso Monumento Nazionale dei Girolamini. Tale collaborazione durò, in perfetta simbiosi, fino all’anno della morte del dotto padre Bellucci, avvenuta il 7 settembre 1971. Da quel momento, assunse la Direzione della Biblioteca, in anni molto duri e difficili e, con estrema serenità, ma allo stesso tempo con grande fermezza e tenacia, affrontò problemi con i vari Organi Istituzionali, riuscendo ad ottenere risultati egregi, riconosciuti anche da vari esponenti del mondo culturale napoletano e non.

 

 

 

Le caratteristiche della Sua personalità erano quelle di una persona estremamente modesta e umile, nonostante avesse un’ampia cultura nei vari rami del sapere che gli permetteva di potersi destreggiare ed interloquire con studiosi ed esperti del settore biblioteconomico e bibliografico, musicologico, storico-artistico, teologico. Ma è sorprendente notare, che accanto a questo aspetto dell’uomo di cultura, ce ne fosse un altro ancora più marcato di abile amministratore, nella gestione della Contabilità dello Stato, per cui, nonostante la cronica scarsezza di fondi, riusciva, da solo, e spesso sacrificando anche ore di sonno, a sopperire alla mancanza di strutture e personale idoneo, risolvendo con genialità e –all’occorrenza- con astuzia problemi apparentemente irrisolvibili… Nell’ambito strettamente biblioteconomico, ricordiamo che a P. Ferrara si deve l’intera riorganizzazione delle sale B - C – D della biblioteca con il poco personale a disposizione della Congregazione dell’Oratorio.
Già dal 1970 fu conferita la nuova nomina di Conservatore Onorario del Monumento Nazionale dei Girolamini di Napoli al M.R. Padre Ugo OGGE' della Congregazione di San Filippo Neri di Mondovì-Breo (CN) che la conservò fino alla morte. Il 23 novembre 1980 rappresentò una triste data per tutti i Campani ma, nello specifico, per i Girolamini di Napoli, rappresentò un avvenimento assai inconsueto e potenzialmente tragico a causa delle numerose famiglie che occuparono le stanze del Convento il 24 dicembre di quell’anno. Anche in questo caso emerge lo spirito e la figura di questo illustre Oratoriano, che seppe gestire con maestria e profonda umanità, l’intera vicenda per sei lunghi anni.
Infatti, mentre da un lato era profondamente vicino alle famiglie terremotate, nel comprendere il loro dramma di senzatetto, dall’altro riuscì, con molta discrezione e fermezza, a fargli comprendere in quale luogo importante fossero stati ospitati; al punto che, non solo non provocarono nessun danno, ma nemmeno penetrarono mai negli ambienti della Biblioteca Statale, dell’Archivio Oratoriano, della Quadreria, dell’Archivio Musicale o della Chiesa. Addirittura, alcuni di loro recepirono a tal punto il messaggio che P. Ferrara trasmise loro sul rispetto dovuto agli ambienti di proprietà dello Stato, che si elessero a difensori degli stessi, avendo compreso a quali problemi legali sarebbero andati incontro se avessero osato sconfinare oltre le celle del Convento.

 
 

Quando i terremotati lasciarono il Convento, avendo ricevuto dal Comune di Napoli nuove abitazioni, cominciarono grandi lavori di ristrutturazione dei locali della Biblioteca per gli ingenti e gravi danni causati dal terremoto: Sala Vico: parziale restauro del pavimento maiolicato settecentesco con ripristino della staticità della struttura sottostante; Sala “B”: restauro parziale della soffittatura, consolidamento e restauro della pavimentazione; Sala “C”: ripristino totale della soffittatura, consolidamento, rifacimento e restauro della pavimentazione e dell’intera struttura; Sala “D”: consolidamento del soffitto.
Con l’occasione, il P. Ferrara decise anche la creazione di nuove sale: una sala di lettura al livello stradale (sala “G”), dotata di scaffalature metalliche moderne, per accogliere le grandi opere di consultazione generale (enciclopedie, dizionari, repertori italiani e stranieri); una grande sala al IV livello (sala “H”), necessaria per la sistemazione delle nuove accessioni bibliografiche, arricchitesi di anno in anno e catalogate anche in SBN (Sistema Bibliotecario Nazionale); in essa trovano posto anche numerose donazioni fatte da illustri personaggi della cultura partenopea, tra cui si evidenzia la ricca donazione della prof.ssa Jole Mazzoleni, Direttrice per molti anni, dell’Archivio di Stato di Napoli. La raccolta del fratello Ing. Antonio, ricca di 4671 volumi, fu donata nel 1981 e la prof. Mazzoleni ne curò personalmente un accurato catalogo per materie. Al P. Ferrara si deve anche la sistemazione a livello giardino della sala dello schedario generale per autori , l’adattamento, con nuove scaffalature metalliche, del materiale bibliografico acquistato negli anni 1970/1980, nella “Sala delle colonne”, risalente al 1671, adibita in origine a cucina degli Oratoriani, nonché la sistemazione e la schedatura del materiale librario antico nelle scaffalature lignee poste nelle sale adiacenti. L’Archivio Musicale è stata la creatura più amata e curata personalmente dal Padre essendo un appassionato e un conoscitore di Musica Sacra nonché valente organista: le Sue esecuzioni liturgiche e non, sono ancora nel ricordo dei tanti che le ascoltarono, sia nella Chiesa Grande che nella Cappella dell’Assunta. Comprendendo appieno l’intrinseco ed inestimabile valore del materiale che gli Oratoriani avevano, nei secoli, arricchito e custodito, pensò bene di dargli una sede più idonea e dignitosa dell’esistente (che era stata ricavata in una parte terminale del corridoio-padri), facendo ristrutturare ex-novo dei locali inutilizzati del Convento, dove finalmente questo prezioso materiale è adeguatamente conservato. E’ appena il caso di aggiungere che P. Ferrara ha personalmente seguito le varie fasi di restauro dell’intero Complesso Demaniale sorvegliandone l’andamento e il proseguimento, lottando spesso con le Istituzioni locali e nazionali per ottenere adeguati finanziamenti per ultimare i lavori di restauro, peraltro, a tutt’oggi, non ancora completati… Spesso lo si è accusato di tenere “tutto chiuso”, ma non si è tenuto conto che non era possibile effettuare, oltre alla normale consultazione dei testi, (servizio sempre attivo, unico requisito per la consultazione: un valido documento d'identità) visite guidate senza il completamento dei lavori, senza la necessaria, abilitata ed adeguata custodia, senza l’adeguamento alle necessarie misure di sicurezza previste per Legge. Tra l’altro, questa forzata “chiusura”, ha contribuito a mantenere inalterato il patrimonio che gli era stato affidato, sia come Direttore della Biblioteca Statale, sia come Conservatore dell’intero Complesso. A riprova di quanto affermato, nell’aprile 1995, dopo molti anni di chiusura, grazie alla sensibilità squisita di un donatore privato, Gilberto Foulques, - tramite la Fondazione Napoli Novantanove - con la collaborazione delle Soprintendenze competenti, si riaprì al pubblico, gratuitamente, anche la Storica Quadreria dei Girolamini, importante esempio di aggregazione museale fin dai primi tempi della fondazione della Casa Oratoriana, già alla fine del Cinquecento.  (Anche su "Repubblica" venne evidenziata l'utilità del suo ruolo di 'custode severo').
 

Quasi contemporaneamente vi era stata la totale riapertura al pubblico (consultazione testi e visite guidate) della Biblioteca –coincidente con il IV Centenario della morte di San Filippo Neri (1595-1995)-, e il Padre diede la Sua completa disponibilità alla prof.ssa Antonella Putaturo Murano e alla dott. ssa Alessandra Perriccioli Saggese che, con impegno, generosità e competenza scientifica, compirono il “miracolo” del completamento della catalogazione dei Codici miniati della Biblioteca dei Girolamini, seguito dalla pubblicazione del Catalogo nell’anno 1995.Dal 15 dicembre 1995 al 20 gennaio 1996, nonostante la scarsità dipersonale, si tenne, nell’allora sala di lettura della Biblioteca (Sala “B”, detta anche Sala del camino) un’importantissima Mostra dei Codici più preziosi posseduti dalla Biblioteca Statale, esposti in bacheche e affiancati da pannelli con riproduzioni fotografiche delle pagine miniate più rappresentative. Si tennero, allo stesso tempo, visite guidate -dal personale della Biblioteca- nelle attigue Sale Storiche. La mostra, completamente gratuita per i visitatori, riscosse molto successo nel mondo culturale napoletano che ne riconobbe la buona organizzazione e fu prorogata fino alla fine del gennaio 1996.Dell’Archivio Oratoriano di Napoli, Padre Ferrara era l’Archivista principale, essendo un profondo conoscitore della Storia dei Girolamini di Napoli, nonché degli illustri Oratoriani che hanno, con lo splendore delle loro figure, dato maggior lustro alla Casa di Napoli. Negli ultimi anni gli era stata conferita, dai Superiori di Roma, la carica di Archivista Generale dell’Ordine. Alla morte del caro amico Borrelli (+13 febbraio 2007), si sentì anche in dovere di proseguire la guida spirituale della Casa dello Scugnizzo, secondo gli intenti che animarono il Suo Fondatore, assumendo la carica di Presidente del Centro Comunitario Materdei.

 
 

Per ciò che attiene all’attività spirituale, essa è stata molto intensa: vi ha dedicato molte ore della Sua giornata, confessando tutte le persone che a Lui si rivolgevano per ricevere conforto spirituale. Sull’esempio di San Filippo Neri, l’attività nel confessionale per Lui era predominante e coloro che accoglieva, lo consideravano un importante punto di riferimento per la loro vita ed oggi ne rimpiangono l’assenza. E’ stato, fino agli ultimi giorni della Sua vita terrena, Direttore Spirituale di varie comunità di religiose. Si distinse anche per l’amorevole assistenza a persone anziane e sole alle quali portava conforto religioso e umano, fino al termine della loro esistenza. Non mancava, nella Sua giornata, la devozione Mariana e l’intensa preghiera: non era raro, nei rari momenti di libertà lasciategli dalle sue molteplici attività, trovarlo immerso nella lettura del breviario. Non vi era solo la figura del Sacerdote impegnato e dell’uomo di cultura: sull’esempio di San Filippo, P. Ferrara mostrava spesso l’aspetto più brioso e dinamico della Sua personalità, incline alla battuta e ad un fine umorismo, utilizzato a volte, per sdrammatizzare situazioni difficili, trovandone rapide e inaspettate soluzioni. Anche il momento terribile della scoperta della malattia fu vissuta in silenzio e grande dignità, tanto che anche i più stretti collaboratori stentavano a rendersi conto del Suo reale stato di salute. Infatti, continuò fino agli ultimi giorni delle Sua vita, nei limiti che la malattia stessa gli concedeva, ad operare sia nell’attività sacerdotale, sia nella conduzione scientifica ed amministrativa della Biblioteca tanto amata. Tornò alla Casa del Padre il 19 aprile 2010.  La sala “D”,  sala di lettura per gli studiosi della biblioteca, nella ricorrenza del 24 giugno 2010, giorno onomastico del P.Giovanni, fu a lui dedicata, apponendo una targa ricordo che il personale della biblioteca volle donare per ricordare la profonda disponibilità nell’assistenza e nella ricerca bibliografica costantemente fornita ai numerosi studiosi italiani e stranieri che a Lui si rivolgevano.

                                                                                                                  Berardi - Caracciolo

L'ULTIMA INTERVISTA A P. GIOVANNI FERRARA