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P. Giovanni
Ferrara d.O.
Il 4 marzo 1935, in un popoloso quartiere napoletano, nacque
Giovanni Ferrara, secondogenito di una numerosa ed onesta famiglia
di lavoratori. Bambino buono e vivace, frequentando la vicina Chiesa
di S. Severo e di S. Vincenzo alla Sanità, ove operavano (in un
contesto sociale già a quei tempi difficile) eccellenti figure di
religiosi, come i Padri Langella e Sempliciano, cominciò a sentir
nascere dentro di sé la vocazione sacerdotale. A soli 10 anni lasciò
la casa paternaper entrare nel Seminario di Capodimonte, dove compì
gli studi medi, liceali e teologici.
Negli anni ’60, nella Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri
di Napoli, vi erano giovani figure di sacerdoti che avevano
abbracciatoin pieno lo spirito brioso del Santo Fondatore (che era
soprannominato popolarmente Pippo il Buono), grande figura di
educatore dei fanciulli, ai quali usava ripetere “State buoni, se
potete”.
Il giovane Ferrara si sentì subito attratto dallo spiritualità
Filippina, per cui, già nel 1959 entrò nella Casa Oratoriana di San
Filippo Neri di Napoli.
Ordinato sacerdote nella Chiesa Grande dei Girolamini, il 20 maggio
1961 dal Vescovo Ausiliare Vittorio Longo, iniziò subito la Sua
attività nel silenzio e nella riservatezza che lo caratterizzava, a
fianco dell’anziano P. Antonio Bellucci, insigne latinista e
grecista di fama
europea e dei padri Mario Borrelli e Francesco Spada.
Particolarmente forte fu il legame di amicizia e di profonda
sintonia spirituale con don Borrelli. C’è chi ancora ricorda la
commovente predica del Borrelli, concelebrante in occasione
dell’Ordinazione Sacerdotale del giovane chierico, conclusa con l’
esortazione ad essere sempre prima Uomo e poi Sacerdote, evitando
che l’una o l’altra figura avesse a prevalere sull’altra.
Ognuno di essi aveva delle proprie, spiccate inclinazioni verso
determinati settori della vita spirituale; per cui, mentre il P.
Bellucci dedicava molto del suo tempo alle attività culturali, da
grande studioso quale era universalmente riconosciuto, il P.
Borrelli,soprannominato “Don Vesuvio” per la sua prorompente e
vulcanica personalità, oltre a dedicarsi allo studio delle fonti
Oratoriane, per individuare i grandi maestri del XVI e XVII sec.,
che operarono nella
Mole Girolaminiana, svolse la sua attività soprattutto tra i ragazzi
difficili, i cosiddetti scugnizzi di Napoli, ai quali dedicò
l’intera Sua vita, lottando per essi e riuscendo a fondare con
l’aiuto di numerosi Benefattori, soprattutto inglesi, la famosa
“Casa dello Scugnizzo”, che ancora oggi opera nel sociale,
particolarmente nel quartiere Materdei.
P. Spada svolse la Sua attività prevalentemente nella pastorale
quotidiana nella Grande Chiesa dei Girolamini, per poi dedicarsi
completamente ai più poveri tra i poveri, partendo per le terre di
Missione.
In questo ambiente, si configura la personalità molto dinamica del
giovane P. Ferrara. Il Suo spirito, inizialmente, era quello di una
completa dedizione e collaborazione con i vari esponenti della Casa
Filippina di Napoli. Infatti, cercò di collaborare, con filiale
devozione e
rispetto, con l’anziano P. Bellucci nella conduzione dei Suoi ultimi
studi, nonché nella difficile conduzione della Biblioteca Statale
annessa al prestigioso Monumento Nazionale dei Girolamini. Tale
collaborazione durò, in perfetta simbiosi, fino all’anno della morte
del
dotto padre Bellucci, avvenuta il 7 settembre 1971. Da quel momento,
assunse la Direzione della Biblioteca, in anni molto duri e
difficili e, con estrema serenità, ma allo stesso tempo con grande
fermezza e tenacia, affrontò problemi con i vari Organi
Istituzionali, riuscendo ad ottenere risultati egregi, riconosciuti
anche da vari esponenti del mondo culturale napoletano e non. |
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Le caratteristiche della Sua personalità erano
quelle di una persona estremamente modesta e umile, nonostante
avesse un’ampia cultura nei vari rami del sapere che gli permetteva
di potersi destreggiare ed interloquire con studiosi ed esperti del
settore biblioteconomico e bibliografico, musicologico,
storico-artistico, teologico. Ma è sorprendente notare, che accanto
a questo aspetto dell’uomo di cultura, ce ne fosse un altro ancora
più marcato di abile amministratore, nella gestione della
Contabilità dello Stato, per cui, nonostante la cronica scarsezza di
fondi, riusciva, da solo, e spesso sacrificando anche ore di sonno,
a sopperire alla mancanza di strutture e personale idoneo,
risolvendo con genialità e –all’occorrenza- con astuzia problemi
apparentemente irrisolvibili… Nell’ambito strettamente
biblioteconomico, ricordiamo che a P. Ferrara si deve l’intera
riorganizzazione delle sale B - C – D della biblioteca con il poco
personale a disposizione della Congregazione dell’Oratorio.
Già dal 1970 fu conferita la nuova nomina di Conservatore Onorario
del Monumento Nazionale dei Girolamini di Napoli al M.R. Padre Ugo
OGGE' della Congregazione di San Filippo Neri di Mondovì-Breo (CN)
che la conservò fino alla morte.
Il 23 novembre 1980 rappresentò una triste data per tutti i Campani
ma, nello specifico, per i Girolamini di Napoli, rappresentò un
avvenimento assai inconsueto e potenzialmente tragico a causa delle
numerose famiglie che occuparono le stanze del Convento il 24
dicembre di quell’anno. Anche in questo caso emerge lo spirito e la
figura di questo illustre Oratoriano, che seppe gestire con maestria
e profonda umanità, l’intera vicenda per sei lunghi anni.
Infatti, mentre da un lato era profondamente vicino alle famiglie
terremotate, nel comprendere il loro dramma di senzatetto,
dall’altro riuscì, con molta discrezione e fermezza, a fargli
comprendere in quale luogo importante fossero stati ospitati; al
punto che, non solo non provocarono nessun danno, ma nemmeno
penetrarono mai negli ambienti della Biblioteca Statale,
dell’Archivio Oratoriano, della Quadreria, dell’Archivio Musicale o
della Chiesa. Addirittura, alcuni di loro recepirono a tal punto il
messaggio che P. Ferrara trasmise loro sul rispetto dovuto agli
ambienti di proprietà dello Stato, che si elessero a difensori degli
stessi, avendo compreso a quali problemi legali sarebbero andati
incontro se avessero osato sconfinare oltre le celle del Convento. |
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Quando i terremotati lasciarono il Convento,
avendo ricevuto dal Comune di Napoli nuove abitazioni, cominciarono
grandi lavori di ristrutturazione dei locali della Biblioteca per
gli ingenti e gravi danni causati dal terremoto:
Sala Vico: parziale restauro del pavimento maiolicato settecentesco
con ripristino della staticità della struttura sottostante;
Sala “B”: restauro parziale della soffittatura, consolidamento e
restauro della pavimentazione;
Sala “C”: ripristino totale della soffittatura, consolidamento,
rifacimento e restauro della pavimentazione e dell’intera struttura;
Sala “D”: consolidamento del soffitto.
Con l’occasione, il P. Ferrara decise anche la creazione di nuove
sale: una sala di lettura al livello stradale (sala “G”), dotata di
scaffalature metalliche moderne, per accogliere le grandi opere di
consultazione generale (enciclopedie, dizionari, repertori italiani
e stranieri);
una grande sala al IV livello (sala “H”), necessaria per la
sistemazione delle nuove accessioni bibliografiche, arricchitesi di
anno in anno e catalogate anche in SBN (Sistema Bibliotecario
Nazionale); in essa trovano posto anche numerose donazioni fatte da
illustri personaggi della cultura partenopea, tra cui si evidenzia
la ricca donazione della prof.ssa Jole Mazzoleni, Direttrice per
molti anni, dell’Archivio di Stato di Napoli. La raccolta del
fratello Ing. Antonio, ricca di 4671 volumi, fu donata nel 1981 e la
prof. Mazzoleni ne curò personalmente un accurato catalogo per
materie.
Al P. Ferrara si deve anche la sistemazione a livello giardino della
sala dello schedario generale per autori , l’adattamento, con nuove
scaffalature metalliche, del materiale bibliografico acquistato
negli anni 1970/1980, nella “Sala delle colonne”, risalente al 1671,
adibita in origine a cucina degli Oratoriani, nonché la sistemazione
e la schedatura del materiale librario antico nelle scaffalature
lignee poste nelle sale adiacenti.
L’Archivio Musicale è stata la creatura più amata e curata
personalmente dal Padre essendo un appassionato e un conoscitore di
Musica Sacra nonché valente organista: le Sue esecuzioni liturgiche
e non, sono ancora nel ricordo dei tanti che le ascoltarono, sia
nella Chiesa Grande che nella Cappella dell’Assunta. Comprendendo
appieno l’intrinseco ed inestimabile valore del materiale che gli
Oratoriani avevano, nei secoli, arricchito e custodito, pensò bene
di dargli una sede più idonea e dignitosa dell’esistente (che era
stata ricavata in una parte terminale del corridoio-padri), facendo
ristrutturare ex-novo dei locali inutilizzati del Convento, dove
finalmente questo prezioso materiale è adeguatamente conservato. E’
appena il caso di aggiungere che P. Ferrara ha personalmente seguito
le varie fasi di restauro dell’intero Complesso Demaniale
sorvegliandone l’andamento e il proseguimento, lottando spesso con
le Istituzioni locali e nazionali per ottenere adeguati
finanziamenti per ultimare i lavori di restauro, peraltro, a
tutt’oggi, non ancora completati…
Spesso lo si è accusato di tenere “tutto chiuso”, ma non si è tenuto
conto che non era possibile effettuare, oltre alla normale
consultazione dei testi, (servizio sempre attivo, unico requisito
per la consultazione: un valido documento d'identità) visite guidate
senza il completamento dei lavori, senza la necessaria, abilitata ed
adeguata custodia, senza
l’adeguamento alle necessarie misure di sicurezza previste per
Legge.
Tra l’altro, questa forzata “chiusura”, ha contribuito a mantenere
inalterato il patrimonio che gli era stato affidato, sia come
Direttore della Biblioteca Statale, sia come Conservatore
dell’intero Complesso. A riprova di quanto affermato, nell’aprile
1995, dopo molti anni di chiusura, grazie alla sensibilità squisita
di un donatore privato, Gilberto Foulques, - tramite la Fondazione
Napoli Novantanove - con la collaborazione delle Soprintendenze
competenti, si riaprì al pubblico, gratuitamente, anche la Storica
Quadreria dei Girolamini, importante esempio di aggregazione museale
fin dai primi tempi della fondazione della Casa Oratoriana, già alla
fine del Cinquecento. (Anche su "Repubblica"
venne evidenziata l'utilità del suo ruolo di 'custode severo').
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Quasi contemporaneamente vi era stata la totale
riapertura al pubblico (consultazione testi e visite guidate) della
Biblioteca –coincidente con il IV Centenario della morte di San
Filippo Neri (1595-1995)-, e il Padre diede la Sua completa
disponibilità alla prof.ssa Antonella Putaturo Murano e alla dott.
ssa Alessandra Perriccioli Saggese che, con impegno, generosità e
competenza scientifica, compirono il “miracolo” del completamento
della catalogazione dei Codici miniati della Biblioteca dei
Girolamini, seguito dalla pubblicazione del Catalogo nell’anno
1995.Dal 15 dicembre 1995 al 20 gennaio 1996, nonostante la scarsità
dipersonale, si tenne, nell’allora sala di lettura della Biblioteca
(Sala “B”, detta anche Sala del camino) un’importantissima Mostra
dei Codici più preziosi posseduti dalla Biblioteca Statale, esposti
in bacheche e affiancati da pannelli con riproduzioni fotografiche
delle
pagine miniate più rappresentative. Si tennero, allo stesso tempo,
visite guidate -dal personale della Biblioteca- nelle attigue Sale
Storiche. La mostra, completamente gratuita per i visitatori,
riscosse molto successo nel mondo culturale napoletano che ne
riconobbe la buona organizzazione e fu prorogata fino alla fine del
gennaio 1996.Dell’Archivio Oratoriano di Napoli, Padre Ferrara era
l’Archivista principale, essendo un profondo conoscitore della
Storia dei Girolamini di Napoli, nonché degli illustri Oratoriani
che hanno, con lo splendore delle loro figure, dato maggior lustro
alla Casa di Napoli. Negli ultimi anni gli era stata conferita, dai
Superiori di Roma, la carica di Archivista Generale dell’Ordine.
Alla morte del caro amico Borrelli (+13 febbraio 2007), si sentì
anche in dovere di proseguire la guida spirituale della Casa dello
Scugnizzo, secondo gli intenti che animarono il Suo Fondatore,
assumendo la carica di Presidente del Centro Comunitario Materdei. |
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Per ciò che attiene all’attività spirituale, essa
è stata molto intensa: vi ha dedicato molte ore della Sua giornata,
confessando tutte le persone che a Lui si rivolgevano per ricevere
conforto spirituale.
Sull’esempio di San Filippo Neri, l’attività nel confessionale per
Lui era predominante e coloro che accoglieva, lo consideravano un
importante punto di riferimento per la loro vita ed oggi ne
rimpiangono l’assenza. E’ stato, fino agli ultimi giorni della Sua
vita terrena,
Direttore Spirituale di varie comunità di religiose. Si distinse
anche per l’amorevole assistenza a persone anziane e sole alle quali
portava conforto religioso e umano, fino al termine della loro
esistenza.
Non mancava, nella Sua giornata, la devozione Mariana e l’intensa
preghiera: non era raro, nei rari momenti di libertà lasciategli
dalle sue molteplici attività, trovarlo immerso nella lettura del
breviario.
Non vi era solo la figura del Sacerdote impegnato e dell’uomo di
cultura: sull’esempio di San Filippo, P. Ferrara mostrava spesso
l’aspetto più brioso e dinamico della Sua personalità, incline alla
battuta e ad un fine umorismo, utilizzato a volte, per
sdrammatizzare
situazioni difficili, trovandone rapide e inaspettate soluzioni.
Anche il momento terribile della scoperta della malattia fu vissuta
in silenzio e grande dignità, tanto che anche i più stretti
collaboratori stentavano a rendersi conto del Suo reale stato di
salute. Infatti, continuò fino agli ultimi giorni delle Sua vita,
nei limiti che la malattia stessa gli concedeva, ad operare sia
nell’attività sacerdotale, sia nella conduzione scientifica ed
amministrativa della Biblioteca tanto amata. Tornò alla Casa del
Padre il 19 aprile 2010. La sala “D”, sala di lettura
per gli studiosi della biblioteca, nella ricorrenza del 24 giugno
2010, giorno onomastico del P.Giovanni, fu a lui dedicata, apponendo una
targa ricordo che il
personale della biblioteca volle donare per ricordare la profonda
disponibilità nell’assistenza e nella ricerca bibliografica
costantemente fornita ai numerosi studiosi italiani e stranieri che
a Lui si rivolgevano.
Berardi - Caracciolo |